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Quello che la Calabria e gran parte del Sud mostra di non capire fino in fondo in questo delicato passaggio di fase, politica e sociale, è che non basta più lo scontro e il rifiuto netto delle politiche all'orizzonte per quella che è stata definita la secessione dei ricchi. Occorre mettere in atto politiche nuove ma soprattutto un nuovo protagonismo di tutte le articolazioni della società. Invece di restare più o meno in silenzio quello che viene sempre più richiesto è che organizzazioni, ceti, gruppi, associazioni rompano il muro del silenzio e scendano finalmente in campo. Dopo la Calabria dolente la Calabria silente: poi resta poco.